Nuovi fantasmi in USA

Negli Stati Uniti è in atto una preoccupante ondata di misure istituzionali ostili alla comunità LGBTQ+

Un americano su 10 è LGBTQ+. Eppure, continua la crociata del governo repubblicano nei confronti della comunità LGBTQ+, fatta di censura, restrizioni e discriminazioni. L’ultima trovata è la censura delle immagini che rimandano al tema dell’inclusione e della diversità. Il Dipartimento della Difesa, infatti, ha individuato e segnalato per procedere alla cancellazione, ben 26.000 immagini che, a suo dire, promuoverebbero questi temi. Il caso più eclatante è quello della storica fotografia dell’aereo che sganciò la bomba atomica sul Giappone, Enola Gay. In questo caso, l’unica colpa attribuita al velivolo non è quella di aver causato uno dei più gravi disastri umanitari della storia moderna, ma di includere nel suo nome la parola “Gay”.

Cosa sta accadendo

Negli Stati Uniti è in atto una preoccupante ondata di misure istituzionali ostili alla comunità transgender. Nel biennio 2024-2025, a livello federale e statale, si registra un incremento senza precedenti di leggi e provvedimenti che prendono di mira le persone transessuali, accompagnati da una retorica politica sempre più ostile. Secondo l’American Civil Liberties Union, il 2024 è stato il quinto anno consecutivo da record per numero di progetti di legge anti-trans presentati nei parlamenti statali.

Organizzazioni come Human Rights Campaign parlano di un “picco pericoloso e senza precedenti” di attacchi legislativi: oltre 75 leggi anti LGBTQ+ approvate solo nel 2023 e più di 400 proposte depositate quello stesso anno.

Nel 2024 il trend è continuato con almeno 51 nuove leggi anti-trans in 17 Stati (quasi tutte a guida repubblicana) approvate in pochi mesi (fonte: translegislation.com).

Queste norme colpiscono vari ambiti, dalla sanità all’istruzione, dallo sport ai documenti d’identità.

In molti Stati conservatori sono state imposte restrizioni sulle cure mediche per adolescenti trans. Circa la metà degli Stati americani ha ormai varato divieti che impediscono ai minori transgender di accedere alle terapie di transizione, farmacologiche o chirurgiche (fonte: lgbtmap.org).

In almeno 6 Stati fornire cure di affermazione di genere ai giovani trans è diventato addirittura un reato penale per medici e genitori.

Alcuni tribunali hanno temporaneamente bloccato l’entrata in vigore di queste leggi in attesa di giudizio, ma in molte giurisdizioni i divieti sono già attivi, costringendo le famiglie a viaggiare fuori dallo Stato per ottenere cure appropriate. Parallelamente sono stati introdotti vincoli nelle scuole: leggi ispirate alla cosiddetta politica “Don’t Say Gay/Trans” vietano di affrontare temi legati all’identità di genere in classe e proibiscono a docenti e studenti di utilizzare pronomi diversi da quelli del sesso assegnato alla nascita, salvo esplicito permesso dei genitori. Sul fronte sportivo, oltre un terzo degli Stati ha già bandito le studentesse e gli studenti transgender dalle competizioni scolastiche in base alla loro identità di genere, impedendo loro di gareggiare nella categoria corrispondente al genere con cui si identificano.

Si assiste anche a un revival delle cosiddette “bathroom bills”, provvedimenti che impongono l’uso dei bagni pubblici solo in base al sesso biologico, alimentando ulteriormente il clima di esclusione.

A livello federale, dopo un periodo di relativa apertura durante l’amministrazione democratica, la retorica governativa è tornata a farsi più dura nei confronti delle persone trans. Alla fine del 2024, il Congresso dominato dai repubblicani ha inserito una clausola anti-trans nel bilancio della difesa: per la prima volta da quasi 30 anni, una legge federale esclude esplicitamente la copertura sanitaria per i figli transgender dei militari, privandoli di cure mediche ritenute necessarie.

L’inizio del 2025 ha segnato un’ulteriore svolta restrittiva con il ritorno dei repubblicani al governo. Nei primi giorni della nuova amministrazione sono stati emanati ordini esecutivi volti a cancellare il riconoscimento e i diritti delle persone trans a livello nazionale.

Un ordine del gennaio 2025 ha imposto, ad esempio, che sui documenti federali (come passaporti e ID) venga indicato esclusivamente il sesso biologico alla nascita, bloccando l’emissione di passaporti con genere “X” non binario e le modifiche di genere sui documenti già emessi.

Un altro decreto presidenziale ha vietato qualunque supporto federale alle transizioni di genere per i minorenni, definendo le terapie ormonali e gli interventi medici per giovani trans come “procedure distruttive” e “mutilazioni chimiche e chirurgiche”.

Nel testo l’amministrazione ha bollato la transizione dei minori come una “pericolosa deriva” destinata a diventare “una macchia nella storia della nazione”.

Contestualmente, il Pentagono è stato incaricato di eliminare qualsiasi traccia di “radicalismo di genere” nelle forze armate, un passo che di fatto reintroduce il divieto per le persone transgender di servire nell’esercito.

Fonti: Alley Oop (Gruppo 24 Ore), translegislation.com, theguardian.com, hrc.org, lgbtmap.org, axios.com

Ogni tanto vale la pena rileggere i diritti che stanno alla base della convivenza civile e che spesso vengono minacciati.

La dichiarazione universale dei diritti umani è un documento sui diritti della persona adottato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948 a Parigi. Nei suoi primi tre articoli recita:

  • Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
  • Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità.
  • Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.

I diritti tornano indietro

È quello che avviene in molti paesi nel mondo, dove guerre assurde uccidono quotidianamente militari, civili, bambini, donne e uomini.

Negli Stati Uniti, come abbiamo visto, i diritti delle persone transgender vengono progressivamente erosi. La “colpa” di queste persone è di essere nate in un corpo che non appartiene loro dal punto di vista psicologico. Questa colpa ha anche un nome, ovvero “disforia di genere”. La posizione, così ostile verso queste persone, è puramente ideologica e può essere assimilata alle tante aberrazioni di cui è costellata la storia. Le discriminazioni sono il primo passo per violenze più gravi che, in tempi non lontani, hanno condotto a stermini su base religiosa, etnica e/o di persone con disabilità. Il paragone può sembrare eccessivo, ma leggendo le notizie provenienti dagli USA, la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e qualche libro di storia, ci si accorge che la situazione è preoccupante, non solo per le persone attualmente prese di mira dall’attuale amministrazione, ma per tutti coloro che riconoscono nei diritti fondamentali, le fondamenta della nostra civiltà. In particolare, i diritti delle minoranze sono, da sempre, nel mirino di qualcuno che mal le sopporta.

I sentimenti di chi perde i diritti

Nell’attuale clima socio-politico negli Stati Uniti, le persone transgender possono sentirsi spaventate, oppresse e arrabbiate. È cruciale avere spazi sicuri, essere circondati da persone empatiche e politicamente consapevoli di ciò che sta accadendo, che sostengano la loro resilienza, affermino la loro identità e contrastino l’isolamento sociale.

Questo contesto può avere un impatto profondo e destabilizzante sul benessere psicologico di queste persone, favorendo in esse lo sviluppo di sintomi quali ansia, paura, depressione, attacchi panico, rabbia e ipervigilanza.

I sentimenti prevalenti sono senso di esclusione, di invisibilità forzata e di essere cancellati dalla società.

Quando uno Stato nega il diritto alla propria identità percepita, impedendo di aggiornare i documenti, vietando l’uso di pronomi corretti, o limitando l’accesso a cure mediche, a livello psicologico si sta negando l’esistenza stessa dell’individuo. Questo genera sentimenti di alienazione, senso di impotenza e frustrazione profonda.

Le politiche discriminatorie e l’aumento dei crimini d’odio correlati, alimentano un clima di insicurezza diffusa. Le persone trans possono vivere con una costante ansia anticipatoria, temendo aggressioni verbali o fisiche, discriminazioni sul lavoro, perdita dell’accesso alla sanità o addirittura l’intervento dei servizi sociali nelle famiglie con figli trans.

Nei momenti di instabilità si generano preoccupazioni, ed è necessario poter condividere i propri sentimenti con persone in grado di ascoltare senza giudizio e condividere con esse le proprie esperienze interiori.

Non c’è posto per te nella società

L’emarginazione può generare sentimenti di inutilità, tristezza persistente e disperazione. La limitazione dei diritti fondamentali può rafforzare l’idea che la loro identità sia “sbagliata” o indesiderata. Nei casi più gravi, può contribuire all’aumento del rischio di ideazione suicidaria, specialmente nei giovani trans, una popolazione già particolarmente vulnerabile.

L’esclusione può produrre resistenza

In certe situazioni è possibile che alcuni riescano a canalizzare la rabbia e il senso di ingiustizia in forme di attivismo politico/sociale. La rabbia, infatti, se gestita in modo costruttivo, può diventare una forza psicologica di autodifesa e di impegno per cambiare la realtà. Le reti di supporto, i gruppi di mutuo aiuto e la visibilità pubblica della comunità trans offrono oggi degli spazi di resistenza psicologica e di senso di appartenenza.

La storia come maestra

La storia ci offre numerosi esempi di come i diritti delle minoranze possano essere erosi o completamente soppressi, spesso attraverso processi graduali e legalmente giustificati. Questi eventi sottolineano l’importanza di vigilare costantemente per proteggere i diritti di tutti i gruppi, specialmente quelli più vulnerabili.

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