Le conseguenze del vento che cambia

Il futuro della DE&I in Italia e nel mondo

Le ultime elezioni negli Stati Uniti hanno messo in moto un importante cambiamento nelle politiche nei confronti delle minoranze. Questi cambiamenti hanno rapidamente contagiato l’Europa e, di conseguenza, l’Italia.

Un cambiamento così repentino fa intendere che le politiche DE&I non fossero così radicate nelle coscienze individuali e nelle culture aziendali. Così, le politiche DE&I sono state rapidamente messe da parte, con una facilità da far pensare che, in precedenza, il loro sviluppo fosse attribuibile al bisogno delle aziende di non rimanere indietro rispetto a tematiche che in quel momento erano “mainstream”. 

Ecco alcune delle principali conseguenze, potenziali e già osservate, del cambio di atteggiamento istituzionale e politico verso i temi legati alla diversità, negli Stati Uniti sotto l’attuale amministrazione e in Stati che ne prendono esempio.

Provvedimenti e conseguenze per le persone con disabilità

  • Sospensione dei programmi DEI / DEIA (diversity, equity, inclusion, accessibility). Il 20 gennaio 2025, è stato firmato l’Executive Order 14151, che ordina la cessazione di tutte le attività federali legate a “diversità, equità, inclusione e accessibilità.”  
  • Tagli e restrizioni su Medicaid / copertura sanitaria / lavoro obbligatorio. Nel “One Big Beautiful Bill Act”, approvato nel 2025, sono previste riduzioni notevoli dei fondi federali per Medicaid e l’introduzione di requisiti lavorativi per i beneficiari del Medicaid (19-64 anni) [Nota Medicaid è un programma pubblico degli Stati Uniti che fornisce assicurazione sanitaria gratuita o a basso costo a persone con basso reddito, disabilità, o in determinate situazioni (come donne incinte, bambini e anziani con pochi mezzi)].
  • Modifiche all’amministrazione della Social Security / Verifica dell’identità. Il 18 marzo 2025 la Social Security Administration ha annunciato nuove regole per la verifica dell’identità: verrà richiesta la presenza in ufficio per richiedere benefici pensionistici, di sopravvivenza o ausiliari, anche se i benefici per disabilità sono esentati da questa regola.
  • Possibile restringimento dei criteri di ammissibilità per SSDI / benefici per disabilità. È allo studio un piano che modificherebbe o abolirebbe il parametro età (l’età è un fattore considerato per valutare se una persona possa trovare altra occupazione) per le prestazioni SSDI, oppure alzare la soglia da 50 a 60 anni.
  • Ridimensionamento e tagli all’agenzia Social Security / licenziamenti. Gruppi per i diritti dei disabili hanno intentato cause legali contro l’amministrazione per il licenziamento di migliaia di dipendenti della SSA e la chiusura di uffici, sostenendo che tali misure danneggiano in modo sproporzionato i beneficiari con disabilità. 
  • Riduzione dell’enforcement nei casi di educazione speciale / protezione dei diritti. Il Dipartimento dell’Istruzione, in particolare l’Ufficio dei Diritti Civili, ha sospeso o ritardato migliaia di casi pendenti relativi ai diritti delle persone con disabilità nelle scuole.
  • Diritti transgender e salute afferente al genere. Il 20 gennaio 2025 è stato firmato l’Executive Order 14168, che nega il riconoscimento federale del genere come identità autonoma e rescinde l’accesso a cure di affermazione del genere con fondi federali.
  • Abrogazione della “Teoria dell’impatto differenziale”. Con l’Executive Order 14281, firmato nell’aprile 2025, il governo statunitense ha ordinato alle agenzie federali di non applicare la teoria del “disparate impact” nelle regolamentazioni e linee guida federali [La teoria dell’impatto differenziale è un concetto che viene usato in diversi campi, psicologia, sociologia, educazione e analisi statistica, ma ha sempre a che fare con l’effetto diverso che uno stesso evento, politica o azione può avere su gruppi differenti di persone].

Provvedimenti e conseguenze per la comunità LGBTQ+

Spostandoci dall’impatto sulle persone con disabilità a quello sulle persone appartenenti alla comunità LGBTQ+ troviamo una situazione altrettanto preoccupante. Ecco una breve sintesi dei provvedimenti e delle conseguenze su questa comunità.

  • L’Executive Order 14168  “Defending Women From Gender Ideology Extremism” definisce il “sesso” come una classificazione biologica immutabile (maschio/femmina), escludendo il concetto di “identità di genere”. Il provvedimento impone alle agenzie federali di rimuovere riferimenti all’identità di genere dai documenti, dalle politiche, dalle comunicazioni e dai moduli. Cessa il sostegno federale a programmi che promuovono “gender ideology” o curano persone transgender, compreso il riconoscimento dell’identità di genere nei documenti federali e l’accesso ai servizi coerenti con l’identità di genere.
  • Vengono imposte restrizioni all’assistenza sanitaria e alle cure di affermazione del genere con l’Executive Order 14187 che vieta l’uso di fondi federali, sponsor, promozione o supporto per trattamenti di “transizione” per i minorenni,  incluse terapie ormonali, blocco della pubertà, chirurgia affermativa.
  • L’Executive Order 14190impone limitazioni nel campo dell’istruzione, vietando l’insegnamento di “gender ideology” nelle scuole primarie e secondarie.
  • L’Executive Order 14201 limita l’accesso allo sport vietando agli individui assegnati maschi alla nascita di competere in sport femminili e minaccia di revocare finanziamenti a scuole o istituzioni che permettono la partecipazione trans femminile nelle competizioni femminili.
  • I servizi di supporto mentale e prevenzione del suicidio per giovani LGBTQ+ vengono eliminati,  integrando il servizio generale e rimuovendo il supporto specifico per la comunità LGBTQ+.
  • Con l’Executive Order 14183, viene vietato l’arruolamento di persone transgender nelle Forze Armate, e ai militari che hanno una storia di disforia di genere è imposto il congedo.
  • Revoca di protezioni legali federali alle persone transgender che rischiano di perdere la protezione federale contro discriminazioni in ambito sanitario, lavorativo, dell’istruzione o di accesso ad alloggi, poiché l’identità di genere non sarà più riconosciuta come categoria protetta nelle attività federali.

La situazione in Italia

In Italia, dal punto di vista dei diritti sanciti dalla legge, non ci sono cambiamenti specifici. La sanità pubblica è in gravi difficoltà per tutti, e la riduzione dei fondi avrà indirettamente un impatto sulle categorie più deboli, indipendentemente dalla volontà di discriminare le persone con disabilità e quelle appartenenti  alla comunità LGBTQ+.

Si tratta quasi sempre di una facilitazione essenziale per ridurre i disagi che i limiti fisici, mentali o sensoriali impongono alle persone con disabilità.

Impatto atteso e principali rischi

Vediamo ora come questi provvedimenti potrebbero impattare nella vita delle persone, sempre con riferimento al  territorio statunitense, pur consapevoli che il vento non ha confini e, anche in Italia, le categorie più deboli percepiscono l’instabilità e l’incertezza.

Chi appartiene a una minoranza convive stabilmente con una maggiore vulnerabilità psicologica, con l’esclusione e lo stigma. Le persone considerate “diverse” per motivi come una disabilità, l’orientamento sessuale, l’identità di genere o altre caratteristiche spesso vivono conseguenze psicologiche che derivano non tanto dalla loro condizione in sé, ma dal modo in cui la società le tratta. La diversità in sé è un fatto, doloroso e faticoso, ma rimane un ostacolo che la vita pone di fronte alla persona. Lo sguardo altrui, il giudizio, lo stigma e la mancanza di rispetto sono molto più impattanti nella vita delle persone “diverse”, aumentando la loro fragilità. Ecco perché è indispensabile rimuovere il pregiudizio nei loro confronti. In fondo, non potendo rimuovere le ragioni della diversità, si può agire solo rimuovendo il giudizio sociale negativo che accompagna le persone diverse lungo tutta la vita.

Le conseguenze psicologiche per chi viene percepito come “diverso” possono essere gravi e di lunga durata. Ad esempio, la bassa autostima e il senso di inferiorità che generano vergogna, insicurezza e paura del giudizio. In queste condizioni l’Isolamento sociale è una diretta conseguenza che amplifica ulteriormente il circolo vizioso della sofferenza. L’isolamento, a sua volta, riduce il supporto sociale, che è fondamentale per il benessere mentale..

Subire discriminazione, bullismo o mancanza di comprensione aumenta il rischio di sviluppare disturbi come la depressione e il disturbo d’ansia generalizzato.

Le persone che appartengono a gruppi minoritari stigmatizzati vivono uno “stress da minoranza”, cioè una tensione costante dovuta al dover sempre “dimostrare di essere normali” o “difendersi”. Esse, inoltre, vivono difficoltà nell’accettazione di sé a causa dell’interiorizzazione del pregiudizio sociale nei loro confronti. In queste condizioni è difficile sviluppare una considerazione positiva di se stessi.

Conclusione

Stiamo assistendo a notevoli passi indietro in tema di diritti, non solo per le minoranze, ma per l’intero occidente. Le persone fragili, e le minoranze lo sono spesso, vivono in maniera amplificata la riduzione dei diritti, soprattutto quelli specificamente pensati per loro. La società dei “normali”, verso la quale si sta orientando l’intero occidente, standardizza le persone ed esclude chi non è in grado di adattarsi con le proprie risorse al contesto vigente.

Quello che colpisce è il consenso che alcune persone appartenenti alle minoranze accordano a questo modo di pensare e governare la cosa pubblica. Inoltre, andrebbe ricordato a tutte e tutti che, prima o poi, “gli altri potremmo essere noi”: fragili, soli, disabili o discriminati. Se non volete pensare agli altri, pensate a voi tra qualche anno, perché la vita ci conduce tutti lì.

Torna in alto