Generational Diversity at Work
Una competenza chiave per gestire il presente e anticipare il futuro nel XXI secolo
di Isabella Pierantoni

Isabella Pierantoni
Cuspide tra Baby Boomer e X Generation. Marchigiana.
Fondatrice di Generation Mover™, sociologa futurista, speaker e autrice, si occupa di convivenza generazionale, demografia e futuro per facilitare e sostenere i processi di cambiamento nel mondo
del lavoro e fuori. Futures skill, anticipazione e people-change management sono gli ambiti di riferimento del suo lavoro.
Board member dell’Italian institute for the Future, socia fondatrice AFI – Associazione futuristi Italiani.
Non viviamo in un’epoca di cambiamento ma in un cambio d’epoca e, vivendoci dentro, siamo un po’ come i pesci che non sanno di vivere nell’acqua.
Nel mondo del lavoro questo cambiamento è più evidente che mai – soprattutto in Italia, uno dei paesi più longevi del pianeta – e in questo contesto la Generational Diversity assume un’importanza cruciale. Per la prima volta nella storia recente del genere umano, convivono insieme 8 generazioni, di queste fino a 5 possono trovarsi nello stesso spazio professionale
Essere parte di una generazione significa molto più che condividere un periodo storico di nascita, è un codice culturale che implica la condivisione di esperienze con individui nella stessa fase di vita.
Queste esperienze comuni derivano da circostanze ambientali, economiche e sociali che influenzano l’elaborazione individuale e collettiva di valori, ambizioni, desideri e idee riguardanti il modo di lavorare, di comunicare e, persino, la visione del futuro che le persone di una determinata generazione possono sviluppare in tali contesti.
Per questo motivo, generalmente parlando, si può ritenere ogni generazione portatrice di visioni del mondo, filosofie di vita e di futuro diverse, a volte anche in conflitto. Tuttavia, è proprio in questa tensione che si nasconde un potenziale straordinario, ossia quello evolutivo della specie umana.
Diversità di significati: il lavoro cambia con le generazioni
Crescere in un particolare contesto socioeconomico, respirare una certa ideologia politica, avere o non avere accesso all’istruzione e alle risorse necessarie per una qualità di vita soddisfacente, poter utilizzare strumenti e tecnologie di un periodo specifico sono tutti elementi che possono incidere sul senso e significato del lavoro, di conseguenza sull’etica professionale, che ogni generazione tende a sviluppare.
- Per gli over 75 (Baby Boomer, Matures e +), cresciuti in un’epoca di stabilità e gerarchie ben definite, il lavoro è stato sinonimo di stabilità economica, miglioramento della vita e riconoscimento sociale oltre ad essere un asse centrale nella definizione della propria identità;
- la Generazione X, cresciuta in tempi di crisi economica ma anche con l’arrivo di nuove tecnologie, ha inteso, e a volte ancora intende, il lavoro come un mezzo per raggiungere autonomia e indipendenza, il che ha contribuito a sviluppare un approccio professionale pragmatico che ha innescato la filosofia del work-life balance;
- i Millennial, hanno ereditato e rinforzato l’importanza di un equilibrio lavoro-vita privata, soprattutto alla luce delle differenti possibilità di stabilità contrattuale lavorativa. Cresciuti con l’avvento dei dispositivi digitali e dei giochi collaborativi, sono pionieri di un approccio più fluido e digitale al lavoro, basato su ambienti collaborativi e inclusivi che favoriscono la crescita personale e professionale;
- la Generazione Z, la più giovane generazione nel mondo del lavoro, è cresciuta in un’era digitale ma caratterizzata da fragilità e crisi globali. I membri di questo gruppo mostrano una propensione all’imprenditorialità e hanno aspettative elevate in termini di diversità e inclusione. Preferiscono ambienti di lavoro che promuovano la creatività individuale e di squadra e richiedono attenzione per l’impatto sociale e il benessere psicologico.
Queste differenze, se riconosciute e valorizzate, rappresentano una varietà di prospettive che alimenta innovazione, creatività e resilienza.
Al contrario, ignorare questa diversità di vedute e obiettivi rischia di trasformare il potenziale di cambiamento, insito nelle dinamiche generazionali, in conflitto.
Per un’azienda Generational Friendly
Acquisire competenze di Generational Literacy, ovvero la capacità di riconoscere e interpretare le dinamiche generazionali significa sviluppare consapevolezza sulla relazione intergenerazionale e trasformarla in strumento di crescita per le persone, per l’azienda e per il business.
Utilizzare la diversità generazionale per un’azienda significa:
- acquisire capacità e strumenti per parlare con capi, collaboratori e clienti di ogni età,
- sviluppare sensibilità per i cambiamenti in arrivo e prepararsi per tempo,
- creare un ambiente di lavoro armonioso e produttivo,
- sostenere una maggiore innovazione, grazie alla combinazione di esperienza e nuove idee,
- cogliere in anticipo i cambiamenti in arrivo.
Che fare?
- Avviare laboratori generazionali permanenti per stare al passo coi tempi a più livelli e più settori.
- Workshop per migliorare la conoscenza dei mindset generazionali e il loro impatto nei comportamenti e nella comunicazione intergenerazionale.
- Utilizzare la leva dell’intelligenza generazionale nel mercato e nei processi organizzativi.
- Avviare politiche di welfare che rispecchino le diverse priorità dei lavoratori in fasi di vita differenti.
- Offrire supporti alla genitorialità per i Millennials.
- Proposte di lavoro flessibile per i caregiver della generazione X e Baby Boomers.
Nel XXI secolo, la Generational Diversity è molto più di una scelta etica o culturale: è una competenza essenziale per gestire business, persone e mercati in un mondo in continua trasformazione.
Cogliere la diversità generazionale come opportunità e non come problema non solo rende le aziende più inclusive, ma le prepara a navigare il futuro con una marcia in più.
